'Lo scoiattolo sulla Senna' di Fabio Gambaro - Quando Calvino visse a Parigi

 

Italo Calvino


Italo Calvino (1923 - 1985) è uno dei maggiori scrittori italiani. Autore di romanzi memorabili: 'Il cavaliere inesistente',  'Il visconte dimezzato', 'Il barone rampante', 'Se una notte d'inverno un viaggiatore'. Questo saggio del giornalista culturale Fabio Gambaro dal titolo 'Lo scoiattolo sulla Senna' (Feltrinelli) racconta gli anni parigini di Calvino di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita. Consiglio la lettura del volume: sia a chi ama Calvino, sia a chi vuole avvicinarsi alle sue opere. Il libro è scorrevole e pensato per un pubblico vasto. 


Lo scoiattolo, si sa, è agile, elegante, simpatico, vivace. Sarà per questo che Cesare Pavese nell'ottobre del 1947, scrivendo la recensione al romanzo ‘Il sentiero dei nidi di ragno’ definì Italo Calvino uno ‘scoiattolo della penna’.

Lo stile di Calvino è raffinato, leggiadro, intelligente, ironico. La 'levitas' è peculiarità di Calvino, tanto che alle pareti dello studio aveva appeso un poster di Snoopy: la celebre immagine del 'bracchetto' intento a battere a macchina un manoscritto dall'incipit storico: 'era una notte buia e tempestosa'

Lo scoiattolo sulla Senna’ di Gambaro è un saggio gustosissimo che racconta gli anni parigini di Calvino, rimasto nella capitale francese dal 1967 al 1980. Amava la Ville Lumière e lì conobbe la moglie Chichita. Nella città della Senna, inoltre, ritrovava gli echi di romanzi appassionanti, degli autori Dumas, Hugo, Stendhal, Verne, Balzac

Si divertiva a viaggiare in metropolitana, mezzo di trasporto che gli permetteva l’invisibilità, poteva confondersi in mezzo alla gente e tra la folla sparire, condizione che considerava ideale per uno scrittore. Nel tempo libero, frequentava parchi, biblioteche, musei. 
Abitava in square de Châtillon numero 12. Andava nei cinema del Quartiere Latino, allo zoo, al rettilario specialmente, nei caffè (come il celebre Café de Flore), e a trovare il collega Queneau del quale diceva:'non era di quelle persone, di quegli scrittori per cui la propria opera è il centro del mondo; aveva quel senso della relatività dei valori che è proprio dell'intelligenza'. 

Gambaro racconta che tra Calvino e Queneau 'c'era una vera stima reciproca sul piano umano, letterario e intellettuale'. Più freddi, invece, erano i rapporti tra Calvino e Sartre, perché il filosofo francese era 'troppo politico' per Calvino che in quegli anni con la politica aveva ormai chiuso. 

Il libro è ricco di aneddoti e traccia un ritratto interessante del Calvino privato. Veniamo a conoscenza dei suoi gusti e dei film che apprezzava, tra questi 'Il maggiordomo', pellicola americana del 1935 diretta da Leo McCarey. 

©micolgraziano 

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