Italo Calvino (1923 - 1985) è uno dei maggiori scrittori italiani del Novecento. Tra le sue opere: "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947),"Il visconte dimezzato" (1952), "Il barone rampante" (1957), "Il cavaliere inesistente" (1959), "Marcovaldo" (1963), "Se una notte d'inverno un viaggiatore" (1979). La prima edizione de "Gli amori difficili" è del 1970. Si tratta di una raccolta di quindici racconti scritti da Calvino tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta.
La scrittura di Calvino è solida, raffinata; fitta. Pervasa di leggerezza. Leggerezza che non significa superficialità bensì penetrare nelle cose per, infine, guardarle con sereno distacco, lasciando che gli eventi seguano il loro corso ineluttabile. I personaggi di queste novelle si trovano in situazioni imbarazzanti e oniriche. C'è chi deve combattere, esasperato, contro un'invasione infinita di formiche ("La formica argentina"), c'è la donna nuda in mare perché il due pezzi le è scivolato via, ops!, e lei, è lì, a nuotare, nuotare, sfinita, disperata, in preda alla vergogna ("L'avventura di una bagnante"), non sa come venirne fuori. C'è chi resta prigioniero della propria miopia ("L'avventura di un miope") e d'un paio d'occhiali troppo spessi che diventano una barriera tra sé e il mondo (a proposito di occhiali leggete "Un paio di occhiali" di Anna Maria Ortese). L'incomunicabilità, il silenzio, sono il filo rosso che unisce questi racconti di Calvino. Amare? Si può soltanto nell'assenza. Amare felicemente nel ricordo di quel che fu o di ciò che potrebbe essere. Nel racconto "L'avventura di un viaggiatore", il protagonista non si diverte durante il viaggio, è insofferente, soffre caldo e freddo, si spoglia, si riveste, però è assai contento all'idea di riabbracciare la fidanzata. Tuttavia quando, giunto in stazione, sente al telefono la voce dell'amata, cala un velo di tristezza. L'estraneità, la malinconia.
"Antonio cadde in una crisi depressiva.
Cominciò a tenere un diario: fotografico, s'intende.
Con la macchina appesa al collo, chiuso in casa, sprofondato in una poltrona, scattava compulsivamente con lo sguardo nel vuoto.
Fotografava l'assenza di Bice"-
("Gli amori difficili": "L'avventura di un fotografo")
Questi racconti descrivono il male di vivere, la tenerezza che si palesa quando l'oggetto del desiderio è altrove; lontano. Si vive nella speranza di qualcosa di bello che, probabilmente, mai si concretizzerà. L’amore è qui volatile e lotta con le parole. Lo stesso Calvino più che parlare preferiva scrivere. Ne "Gli amori difficili" le emozioni restano serrate in nuvole di pensieri. In zone grigie, come la nuvola di smog che è al centro dell'omonima novella che chiude la raccolta.
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