Recensione: "The White Energy" di P.M.G. Ghirotto - Cleo, tra fiaba e manga



"The White Energy" è un romanzo pubblicato dalla casa editrice toscana "Porto Seguro". L'autrice del libro è la talentuosa esordiente P.M.G. Ghirotto che si muove con disinvoltura all'interno di un realismo magico stratificato, ricco di rimandi pop, letterari e cinematografici. La scelta di firmarsi con uno pseudonimo è comune fra gli autori fantasy: ciò ammanta le storie di un'aura di mistero, rendendole ancor più irresistibili e favolose: incanto e stupore costituiscono da sempre l'essenza di questo amatissimo genere, nato dal mito e dall'epos. 

Nei risvolti scuciti dell’anima se ne sta negletta la luce. Attende una scossa; una sfera di fuoco, piombata a scovarla. Cleo, la protagonista di “The White Energy” vanta un nome da regina (Cleopatra) e, in un'epoca remota, di cui nulla è dato conoscere, probabilmente, magnifica dea, Cleo la radiosa, è stata generata da un essere soprannaturale o, perché no?, da una pioggia di sole. Eppure, Cleo, nel caos nodoso di un urbano contemporaneo, viene ignorata e derisa, ovunque. Naviga, in piccioletta barca, fra marosi e tempeste. Le spalle spezzate da macigni. Impronte rosso vermiglio di schiaffi sulla pelle. Un cammino esistenziale pervaso di dolore, occhi neri e lacrime salate. All'orizzonte, però, s'intravede un accogliente e pacifico Sud, un eden agognato di lupi e agnelli intenti a pascolare insieme, di verdi prati rigogliosi e cascate di miele. Nei momenti migliori del romanzo, il ricordo corre certamente alle fiabe (“Cenerentola”, “La bella addormentata nel bosco”) e a personaggi iconici della letteratura italiana contemporanea, uno su tutti: l’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio. P.M.G. Ghirotto con un tocco delicato e lieve, una scrittura tenue, elementare, essenziale, plasma atmosfere derivate dai manga giapponesi e, in filigrana, s'avverte quasi l'ombra di Banana Yoshimoto. “The White Energy” è un vortice d'emozioni e ricordi, entrambi si susseguono veloci. È un proiettore di echi letterari (“It” di Stephen King) e cinematografici (“Avatar”). Ghirotto ha talento: sa come agganciare il lettore, tra lampi infuocati, animali bizzarri e un proscenio naturalistico di altre mirabilia

©micolgraziano

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