Annie Ernaux (1940) è autrice di spicco della letteratura francese contemporanea.
"Guarda le luci, amore mio" è pubblicato, in Italia, da "L'Orma".
“Guarda le luci, amore mio”, s’intitola così, il libro, perché, ad una certa pagina, leggiamo che una donna, cliente, appunto, di un mega “shopping center”, si rivolge al proprio figliolo, con queste precise parole, e lo esorta a guardare su su, in alto, per ammirare le luci. Sì, i centri commerciali ci ammaliano con gli addobbi teneri e sgargianti, a Natale, e in ogni altra occasione di festa.
Nei “mall” veniamo coccolati. Così negli ipermercati. Dove, però, il tempo sfreccia implacabile, alla velocità del fulmine. Non c'è modo di voltarsi indietro o rimpiangere il passato. Bisogna esser rapidi a sistemare sul rullo, lesti ad imbustare. Le cassiere, le più brave, devono registrare un tot di articoli al secondo. Il tempo galoppa (eppure gli orologi non fanno parte dell'arredo), e la merce, certa merce, acquista valore in un fluire circoscritto, dopodiché è accantonata, messa in un angolo, svalutata. Le uova di Pasqua, ad esempio, accatastate presto presto nelle ceste, al prezzo di pochi spiccioli. Stessa sorte tocca a colombe, panettoni, dolci di Carnevale, zaini di scuola, costumi da bagno, eccetera.
Questo libro illuminante, scritto con la prosa asciutta e la straordinaria capacità di analisi - sigillo di Annie Ernaux -, fa riflettere su una verità: la vita si annida ovunque. Il contenuto del carrello, spiega Ernaux, mette in risalto la nostra anima. Quel che compriamo ci mette a nudo e chi osserva può capire tanto di noi.
Per scrivere "Guarda le luci, amore mio", Annie Ernaux ha annotato per un anno, dal novembre 2012 all'ottobre del 2013, ciò che vedeva durante le sue visite all’Auchan di Cergy. Nessuno aveva mai pensato di dare dignità letteraria a un centro commerciale. Ernaux, passeggiando tra gli scaffali, traccia un quadro brillante della società. E di quel che diventeremo, in futuro. Perché il come è specchio del presente. Oggi, racconta Ernaux, c'è chi conserva memoria delle "drogherie cariche di odori del passato dove si prendeva il latte con un bricco di metallo". Forse, in un futuro prossimo, non esisteranno neanche più gli ipermercati, e riempiremo il frigorifero davanti a uno schermo.
©micolgraziano
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