"La donna gelata", recensione del romanzo di Annie Ernaux

La donna gelata

 

Annie Ernaux (1940) è autrice di spicco della letteratura francese contemporanea. 
"La donna gelata" (1981), tra i suoi romanzi più celebri, è pubblicato da "L'Orma". 


"LA DONNA GELATA", SCRITTURA VISCERALE
“La donna gelata” di Annie Ernaux: niente trama, nessun intreccio. Non un filo ad avvolgere gli eventi. Bensì onde, immense, marosi che s'infrangono vigorosamente. Flussi di coscienza. Vortici che inghiottono. E quegli spazi blu d'inchiostro accoglienti: è dolce restare. Naufragare nell'oceano rumoroso di parole. Vortici d’aria e d'acqua. Creste schiumose. Il cuore martella nel petto. Al lettore un misto di gioia e stupore. La perdita dell'orientamento. Un’esperienza dionisiaca lì, in quegli angoli immaginati, impalpabili eppur concreti alla stregua di musica che, invisibile, sfiora la pelle e diventa cosa viva. Pagine vigorose al gusto della vita. Restare di ghiaccio. Come l'io narrante, la donna gelata: scossa, stremata dall’abitudine, dalla consuetudine sinonimo di nausea e dunque non più sopportabile, giorno dopo giorno. Una moglie esausta, colpa di "pentole, macinacaffè, sobrietà. Merda e pannolini da cambiare"La donna gelata sì, che col passar delle stagioni, porterà in giro un volto segnato e patetico, dice. Che si domanda “quanti anni mancano al confine delle rughe che non si possono più nascondere, dei cedimenti”


"LA DONNA GELATA", L'INTIMO UNIVERSALE
La donna gelata del titolo è la stessa Ernaux le cui storie sono biografia e favola, microcosmo e cronaca universale. La memoria privata si espande, abbraccia il sentire collettivo. I ricordi, essenza dell'essere. Da lì scaturiscono azioni e stati d'animo. Fremiti, ansie, gioie. Ernaux penetra nelle parti più intime e narra fatti dall'andamento irrequieto colore della passione, di ciò che giunge dal profondo e spaventa, irrita. Meditazioni sull'essere. Pensieri talvolta in contrasto l’un con l’altro. Giudizi influenzati dalla società per cui le donne devono comportarsi così e così. "La donna gelata" parla delle "femmine" che rovesciano i tavoli e non stanno al gioco dunque additate dalla gente perché strambe. Le strane ovvero: quelle che non sanno pulire, nè cucinare, né rassettare; che non vogliono figli, non preparano pranzetti. 

"LA DONNA GELATA" E DUE ICONE LETTERARIE
Annie Ernaux espone la propria sofferenza, il cruccio e la fierezza di essere una donna diversa, al di fuori degli stereotipi. Lei, terrorizzata all'idea di restare una comoda appendice del marito. Lei, cresciuta con altri modelli, seppur non in una famiglia borghese, il padre di estrazione contadina che tuttavia non si scandalizzava a cimentarsi nelle faccende domestiche. "La donna gelata" è un libro fuori dagli schermi perché appunto le barriere le vuole abbattere. Un'opera senza senza condizionamenti. Uno stile vigoroso che ricorda Virginia Woolf Simone de Beauvoir.


©micolgraziano

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