Recensione: "I baffi" di Emmanuel Carrère - L'indifferenza che scatena il delirio

Emmanuel Carrère

 

Emmanuel Carrère (1957) è uno scrittore, sceneggiatore, regista e critico cinematografico francese. I suoi libri  in Italia sono pubblicati da Adelphi. Dal romanzo "I baffi" è stato tratto il film "L'amore sospetto" (2005) diretto dallo stesso Carrère e interpretato da Vincent Lindon. 

“I baffi” dà le vertigini. Carrère apre le porte di un labirinto dal quale è impossibile uscire. Questo romanzo è una stanza di vetri deformanti: specchiandosi ognuno diventa, pirandellianamente, nessuno e centomila. Carrère plasma una realtà onirica, un universo alla Kafka. Il protagonista non si sveglia trasformato in un insetto, no. Lo terrorizza piuttosto la percezione che gli altri hanno di lui. Egli (non ci viene svelato il nome) ha sempre portato i baffi. O almeno così credeva. Un giorno la moglie lo gela serafica: lui i baffi non li ha mai avuti. Da un semplice, innocuo (forse...) scambio di battute, ha inizio un delirio lisergico. 

"Era solo contro tutti, solo a sostenere 
di avere i baffi, un padre, 
una memoria di cui lo defraudavano"

Quest'uomo baffuto - o presunto tale - quando, rasoio in pugno, decide di tagliare la folta peluria - si aspetta una reazione in primis della donna che ama, Agnès. Invece niente. Agnès ignora il cambiamento, non gli dà alcuna soddisfazione dal momento che - gli spiega - sul viso di lui non v'è mai stata ombra di baffi. A poco a poco, ogni volta che viene smontata una certezza granitica, veniamo ingoiati anche noi in un vortice, insieme al povero signore baffuto (o glabro...). Questo eroe tragico calzerebbe a pennello in un dramma di Ionesco, Beckett o Pinter, in una pièce dell'assurdo. Il povero signore baffuto scompare lentamente, cancellato addirittura dalle fotografie. Via via, perde identità, alla stregua di Vitangelo Moscarda, nato dalla penna di Pirandello. D'altra parte, però, questo architetto francese, non esita a ritenere di esser diventato folle. Non capisce: è completamente fuori di testa? È la moglie impazzita? O è vittima di un tranello messo a punto proprio da Agnès? Il delirio è scatenato dall'indifferenza. Agnès non lo guarda abbastanza. Se il nostro eroe non avesse chiesto alla consorte, cara come sto senza baffi, tutto sarebbe filato liscio e le cose avrebbero seguito il solito corso. Il protagonista ha la sensazione di trovarsi in mezzo a un gigantesco complotto. L'unica soluzione, a un certo punto, sembra partire. Da Parigi vola a Hong Kong, infine a Macao. Passerà intere giornate su un traghetto, avanti e indietro fino al calare del sole, completamente abbandonato al dondolio delle onde, come Novecento di Baricco. Troverà, navigando, una minima consolazione alla confusione dei pensieri. Tuttavia neanche ciò basterà a tirarlo fuori dall'ingorgo mortifero in cui si è cacciato. 

©micolgraziano

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