Spilli è il
romanzo d’esordio della romana Greta Olivo, nata nel 1993. Protagonista del libro è una
liceale di nome Livia che, a causa di una retinite, perde progressivamente
la vista. L’autrice ha dichiarato di essersi ispirata in parte al racconto di
Anna Maria Ortese, Un paio di occhiali.
Ortese lì raccontava di una bambina miope che si rende conto dello squallore in cui vive quando le comprano gli occhiali. Eugenia, così si chiama, è povera e le lenti di colpo, come un pugno allo stomaco, le mostrano la miseria. Gli occhiali, se da un lato la rendono più indipendente, dall’altro sono per lei rivelatori di pungente e odiosa realtà.
Dalla Ortese, Greta Olivo ha tratto anche il titolo: Spilli. Gli spilli sono le lettere microscopiche, impercettibili, che Eugenia deve identificare e tentar di leggere dall'oculista.
Livia e Eugenia sono due personaggi diversi. Livia è ricca, agiata, figlia della buona borghesia capitolina. Livia, inoltre, non vede. Mentre Eugenia sì. L'una vorrebbe uscire dal buio, l'altra è spaventata dalla luce.
Il libro della Olivo è perfetto per chi ama scritture contemporanee permeate di nudo realismo. Un’aderenza al vero che si riscontra anche nelle descrizioni. Alcuni dettagli possono far arricciare il naso. Per esempio:
“Non mi ero alzata subito dalla tazza ma ero rimasta seduta a fissarle, tormentandomi la crosta sul ginocchio. Era grossa come una moneta e prudeva intorno ai bordi. Per un attimo avevo avuto la tentazione di strapparla con le unghie, ma poi ci avevo ripensato perché era ancora troppo molle”.
A chi cerca ulteriori libri sull'argomento del non-vedere consiglio Cecità, romanzo apocalittico del premio Nobel José Saramago.
Tra i riferimenti letterari della Olivo c'è la canadese Miriam Toews.
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