Chiara Valerio (1978) è nata a Scauri, in provincia di Latina. Ha insegnato a lungo matematica, è scrittrice, sceneggiatrice (ha lavorato con Moretti e Amelio), e responsabile della narrativa italiana della casa editrice Marsilio. 'Il cuore non si vede', uscito nel 2019, ha vinto il Premio Mondello.
'Il cuore non si vede' non ha trama, vive di flussi di coscienza, inserti dotti sui classici, citazioni, echi, rimembranze. L’incipit riprende La metamorfosi di Kafka:
'Una mattina, dopo sogni inquieti,
Andrea Dileva si era svegliato
nel suo letto, senza il cuore'
'Laura si era messa con le spalle al muro
rivolgendo i palmi ben aperti alla parete,
le braccia spalancate come le zampe di un geco'
Andrea, senza cuore, polmoni, eccetera, potrebbe, di punto in bianco, evaporare, trasformarsi in una sorta di uomo di fumo. Forse Andrea perde gli organi vitali perché circondato da troppo amore. Intorno a lui tre donne: Laura, la compagna; Carla, l'amante; Angelica, l'ex fidanzata e amica.
Ad Andrea tocca la stessa sorte degli orsacchiotti, quelli stropicciati dai ragazzini che, attaccatissimi al peluche del cuore, finiscono per distruggerlo. Andrea, fagocitato dalle attenzioni e dal bene straripante. Ma un'altra chiave di interpretazione potrebbe essere che quest'uomo non ha più il cuore perché tutto sommato pensa solo a sé: non prende decisioni, tira a campare, tradisce la compagna, non la vuole sposare. Andrea è senza fegato perché scappa; è senza polmoni perché, a vivere così, prima o poi, viene a mancare l'aria.
Questo romanzo di Chiara Valerio è una riflessione sui rapporti, labili e sfuggenti, sull'amore che svanisce, su chi resta, e su chi taglia la corda senza spiegare perché.
Tutta la vicenda è ambientata a Roma, e dintorni. Terminata la lettura, ci si potrà divertire a tracciare una mappa di luoghi, vie e locali presenti tra le pagine: dall'Ancora in quel di Maccarese, passando per Trastevere, menzionato per i dolci di Levain, fino allo storico ristorante Al biondo Tevere in via Ostiense.
Tutta la vicenda è ambientata a Roma, e dintorni. Terminata la lettura, ci si potrà divertire a tracciare una mappa di luoghi, vie e locali presenti tra le pagine: dall'Ancora in quel di Maccarese, passando per Trastevere, menzionato per i dolci di Levain, fino allo storico ristorante Al biondo Tevere in via Ostiense.
Un libro che, per quel che mi riguarda, è stato una piacevole scoperta. Lo consiglio perché conserva in sé la memoria di tanta letteratura ed ha un carattere ben distinto.
©micolgraziano
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