"I libri si sentono soli" di Luigi Contu - Dalla biblioteca di famiglia, più di un secolo di vita


Luigi Contu


Luigi Contu (1962) è giornalista e direttore dell'Ansa. In questo memoir, pubblicato da "La Nave di Teseo", Contu racconta la storia della sua famiglia attraverso libri e carteggi della poderosa biblioteca degli antenati. Il nonno Rafaele (1895 - 1952) è stato un intellettuale di spicco e ha animato la vita culturale italiana dei primi decenni del Novecento. 

Una frase di Daniel Pennac ora calza a pennello - una sorta di radice quadrata del memoir di Luigi Contu. Memoir che è fabula e al contempo lettera d'amore alla propria famiglia: al papà e al nonno che gli hanno indicato la via della salvezza insita nella letteratura. Il pensiero è il seguente:"Quando una persona cara ci dà un libro da leggere, la prima cosa che facciamo è cercarla tra le righe". Cercarla tra le righe: la missione di Contu scrittore. Col piglio del filologo intraprende un affascinante viaggio, nel profondo del mare, a ritrovare la voce degli avi. Contu li riporta in superficie attraverso dizionari, saggi, romanzi. Soprattutto li tira fuori dai capitoli di un capolavoro: "Ulisse" di James Joyce. Una vasta biblioteca si fa teatro d'un incontro metafisico ad esplorare le radici piantate in terra sarda, luogo del cuore e origine di tutto. Migliaia e migliaia di volumi, alcuni rari e antichissimi, sono l'eredità che Luigi Contu riceve dal nonno Rafaele (con una sola effe, secondo l'uso spagnolo) e dal papà Ignazio, entrambi giornalisti. Rafaele Contu animò la vita culturale italiana dei primi decenni del Novecento. Fu amico di Giuseppe Ungaretti. Tradusse il poeta Paul Valéry. Rafaele uomo di lettere e di scienza, si dedicò anche alla tradizione di Albert Einstein. 

"I libri vivono una vita propria 
che si incrocia con la nostra. 
Se li lasci abbandonati sugli scaffali 
per troppo tempo si intristiscono. 
Non basta comprarli e leggerli. 
Vanno vissuti, curati, consumati, 
soprattutto quelli che ti sono piaciuti di più 
o che ti hanno colpito, 
emozionato, magari turbato". 

Il libro di Contu contiene aneddoti gustosi su Ungaretti, ospite di casa Contu (il poeta era ghiotto di zucchine ripiene). Passeggiando in via Piave a Roma (dove Contu e Ungaretti abitavano) oggi, con un po' di fervida immaginazione, bibliofili e amanti della poesia, possono magari ritrovare l'atmosfera dell'epoca. Dalla gigantesca cassapanca sarda dei Contu riaffiorano minute di Ungaretti, poesie allo stato embrionale; preziose testimonianze filologiche. I libri parlano. Scrive lo psicoanalista Massimo Recalcati, nel saggio "A libro aperto": "Ogni libro ha un profumo, una carne, uno sguardo (...), un modo di camminare e di esistere (...)." Luigi Contu ce ne dà conferma in queste pagine traboccanti di vita e ricordi. 

©micolgraziano 

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