Claire Keegan (1968) è una scrittrice irlandese. Autrice di racconti e romanzi brevi, è considerata una delle voci più autorevoli della sua generazione. “Piccole cose da nulla” (pubblicato in Italia da Einaudi) è stato finalista al Booker Prize 2022, il maggior premio letterario britannico.
"Piccole cose da nulla" è un racconto di Natale costruito su una solida base letteraria. Levità e malinconia si sovrappongono in una fiaba che, pagina dopo pagina, diventa storia d'impegno civile. Alla fantasia s'intrecciano fatti realmente accaduti: il riferimento è alle Case Magdalene, istituti religiosi che accoglievano (nell'Ottocento e fino agli anni Novanta del Novecento) sia ragazze madri sia coloro che venivano ripudiate dalla società o dalla famiglia. Queste donne vivevano letteralmente segregate e costrette a lavorare come schiave nelle lavanderie (le famose Magdalene Laundries, di cui parla anche Joni Mitchell in una canzone).
"Dopo un po' si riscosse e
giunse alla conclusione che
niente accadeva mai due volte: ognuno ha a
disposizione giorni e
possibilità che non torneranno più".
Quando si evocano "semplicità" e "piccole cose", spesso si vuole alludere ad eventi che sconquassano il cuore. A domande che tolgono il sonno. Il protagonista di questa poetica storia raccontata da Claire Keegan di pesi sul cuore ne ha parecchi. È una persona sensibile, ha sofferto (non ha mai conosciuto il padre) e non si volta dall'altra parte, come invece gli suggerisce la pragmatica e venale consorte la cui filosofia di vita è: coltiva il tuo orticello e non ficcare troppo il naso nelle beghe degli altri. Pesi sul cuore, turbamenti, dicevamo. Turbamenti che porteranno il protagonista ad accogliere in toto il messaggio evangelico: a Natale, mentre la gente della cittadina innevata penserà a sfornare torte, impacchettare regali e, a farsi gli affari propri, lui si armerà di coraggio e stravolgerà per sempre la sua esistenza. Donare se stesso per gli altri, è quello che farà quest'uomo, di nome Bill Furlong, di umili origini, commerciante di carbone e legna, marito e padre di cinque figlie.
"Mentre proseguivano e incontravano
altre persone che conosceva
e non conosceva, si ritrovò a domandarsi
che senso aveva essere vivi
se non ci si aiutava l'uno con l'altro"
Qual è il senso vero della vita? È la domanda che pone l'autrice. La risposta il romanzo la dà: tendere la mano al prossimo. Bill Furlong non nasconde la testa sotto la sabbia e restituisce quell'amore che a sua volta gli è stato dato da piccolo, quando era un bambino scansato da tutti. “Piccole cose da nulla” è un'opera che ha il passo e il sapore dei libri di una volta. Si legge in una notte e resta nella memoria.
©micolgraziano
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