Mini short story: "Un uomo a pezzi" di Micol Graziano

orecchio


Un uomo a pezzi

La notte è difficile, mi disse G. mentre guidava in una via sterrata. Lunedì mi sono svegliato e il mio orecchio non c'era più. L’ho trovato che trotterellava per la stanza. Ugo, il gatto, lo stava inseguendo. Io non riuscivo a capire come mai l’orecchio avesse deciso di andarsene per conto proprio e, oltre a camminare, rideva di gusto. Era diventato un essere parlante. Mentre ci riflettevo anche il dito indice si è staccato dalla mano. Ora mi ritrovo senza un dito e senza un orecchio. Stranamente ci sento benissimo. Ma quando mi guardo allo specchio provo orrore alla vista di un foro largo circa tre dita. L’orecchio non è più tornato al suo posto eppure ho tentato con ogni mezzo. Ha una sua vita indipendente. Ho provato a chiedergli come mai abbia preso questa decisione e mi ha risposto che voleva essere libero. Quanto al dito: mi ha abbandonato per sempre lasciando due righe e spiegando che trovava l’odore della mia pelle insopportabile.


©micolgraziano


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