Short story: "Ari ha gli spaghetti in testa" di Micol Graziano

 

spaghetti


Per te, preziosa stella,
tu che sei nata 
dove il sole illumina le onde,
e in silenzio sorridi d'azzurro 
e sai ogni cosa

Io mi chiamo Ari. Ho i capelli rosso pomodoro e i denti dritti, per fortuna, dice mia nonna. I miei riccioli sembrano spaghetti con le onde. Io voglio diventare grande grande alla svelta. Detesto andare a scuola. Perché là mi prendono in giro. Mi fanno i dispetti e mi danno i pizzichi. La maestra pensa che io sia un pesce perché sto zitta e muta come i pesci rossi nelle bolle di vetro. Io rossa, loro rossi. Però i pesci non hanno gli spaghetti in testa. A scuola mi dicono che ho la testa come un piatto tutto piatto e che dovrei infilarci in mezzo una forchetta. Per via della pastasciutta e degli spaghetti e dei capelli e così via. Io vorrei essere forte come l’Uomo Ragno. Per farli sparire per sempre nella pancia d'un lupo.

Non sono l’Uomo Ragno. Però un’amica ce l’ho. Andiamo in bicicletta e raccogliamo fiori rosa che mettiamo sulle torte. Basta un amico, per toccare il cielo con un dito, me l’ha spiegato mia nonna e m'ha abbracciato forte che ho sentito il suo cuore martellare e boom-boom. Darei qualsiasi cosa per salire su su in cima a toccarlo davvero il cielo - e chissà se è duro o morbido -, e voglio farlo sapere anche ai muri: io, sì i cattivi mi pizzicano, però un’amica ce l’ho. Prendere una scala alta alta. Scriverlo nel cielo che con la mia amica raccolgo fiori rosa e corro in bici e vedo il lago e i cigni e tutto il resto. Alla faccia degli orchi odiosi che arruffano il pelo. Io vorrei salire in alto e da lì, con un secchio gigante quanto l’oceano, bagnarli d’acqua, notte e giorno. Il cielo è il mio foglio e ci voglio dipingere una lettera rossa, una gialla, una verde e una boh.

Vorrei essere una stella e addormentarmi su una nuvola. Mi domando se le nuvole stanno lì quando brillano le stelle. Forse no. Il cielo con le stelle è scuro e invece le nuvole sono bianche come l’acqua. O forse l’acqua è blu? Però secondo me le nuvole sono anche un po’ blu. Io le disegno blu. Quando guardo le nuvole vedo palloni di zucchero filato. Ho sognato di mangiarle infilate in una cannuccia di liquirizia.

La mia amica si chiama Azzurra. Lei mi ha detto che una volta le nuvole le ha mangiate con montagne di cioccolato perché lei viene da un posto dove tutti le mangiano. Un paese lontano che sta sul mappamondo e me lo ha fatto pure vedere. Ha la forma di un gelato e le strade sanno di rosa e caramello e dolci e così via. Ecco perché ha mangiato le nuvole. Riesce persino a volare. Ma io non l’ho detto a nessuno, nemmeno a mia nonna, che Azzurra è capace di volare. Perché è un segreto e segreto deve restare.

Azzurra vola quando non piove e tutti dormono. Una volta, le ho chiesto, se mi ci porta pure a me, a volare di notte, a viaggiare su una stella. Mi ha promesso di sì, che questa domenica, la pioggia non cade, e ci andiamo. Correremo in bici e faremo le acrobazie. Io non vedo l’ora. Azzurra ha gli occhi colore del mare. Se ride brillano. Somigliano alle onde quando ci batte il sole sopra.

La mia migliore amica si chiama Azzurra, io però la chiamo Pì. Perché con la Pì iniziano tante cose fantastiche. La Panna sul gelato. Il Pane che fa mia nonna. È buono il pane e io ne mangio a tonnellate. Anche se mi strillano: se mangi tanto pane diventi una balena! A me non importa un cavolo. Sono bellissime le balene. Ingoiano i mostri e li fanno sparire dalla faccia della terra. Vorrei incontrare una balena per chiederle d'ingoiare le belve che mi prendono in giro e mi urlano contro e mi pizzicano e io divento ‘signora lividina’.

La mia amica la chiamo Pì perché con la Pì inizia la parola Pizza. Che a me fa impazzire. Con la mozzarella e il pomodoro. Oppure solo bianca e con l’olio. Con la Pì inizia anche la parola Pigiama. Chi ha inventato la parola Pigiama deve essere, credo, proprio qualcuno di gentile, perché il pigiama è soffice. La parola Pigiama secondo me l'ha pensata per primo qualcuno con gli occhi azzurri come Azzurra. Io ho tutti i pigiami azzurri. Anche Parola inizia con la Pì. Comunque io e Pì non abbiamo bisogno di parlare. Con lei posso starmene muta e imitare i pesci. Lei non mi dice che sembro un pesce rosso nella bolla di vetro. Perché Azzurra sa volare. Viene dal posto dove la gente mangia le nuvole. Io sono felice così. Azzurra pure. E la parola Pesce inizia con la Pì.

©micolgraziano

 

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