"La figlia oscura", recensione del romanzo di Elena Ferrante

 

La figlia oscura

Da “La figlia oscura”, romanzo di Elena Ferrante, è stato tratto un film diretto da Maggie Mayllenhall, con protagonista Olivia Colman. La pellicola acclamata dalla critica ha ricevuto il Premio Osella per la migliore sceneggiatura al Festival di Venezia 2021 e tre nomination agli Oscar 2022. 


"LA FIGLIA OSCURA", STORIA DA BRIVIDO
“La figlia oscura” è un romanzo poderoso, benché snello. La scrittura è viscerale, potente, eppure calibrata. Elena Ferrante conduce il lettore nei vorticosi torrenti della mente. Un contrappunto lo attraversa: una trama scarna, da un lato, e un racconto che sfiora l’horror, dall'altro; vicenda da brivido, al centro una bambola quasi antropomorfa, dalla pancia piena di sabbia. Poco più di un centinaio di pagine mozzafiato. Colpi di scena. Il filo rosso è semplice semplice: una donna di mezza età, colta, poco socievole, è in vacanza al mare da sola, in una località del Sud. Ha preso in affitto una casa. Si stende al sole, passeggia, nuota, legge, studia. Si lascia accarezzare dall’aria fresca del terrazzo. Visita i mercati dell’usato. Tuttavia in mezzo a un'abbondante normalità s'infilano episodi allarmanti. Rapporti morbosi. In paese persone insignificanti eppure fosche, "cattive", dice qualcuno. Leda compresa. Una donna così a modo e imprevedibile. Scava nei ricordi, Leda, e la vacanza non le concede riposo. Il primo indizio: un insetto sul cuscino al suo arrivo, della frutta marcia sul tavolo.

"LA FIGLIA OSCURA", UNA CUPA VACANZA 
In spiaggia Leda osserva quotidianamente una larga comitiva, una famiglia rumorosa, e in particolare una donna con una bambina. Le due, madre e figlia, sembrano amarsi molto. Giocano insieme. La bimba è sempre attaccata a una bambola, la sua preferita. Legame viscerale, ha questa ragazzina con la pupazza. Tanto che Leda si lascia sedurre dall'amore per il giocattolo e la memoria corre ai tempi dell'infanzia, al rapporto conflittuale con la madre. Leda ripensa alla propria maternità, alle figlie ormai grandi che vivono in Canada. Leda non è mai stata una buona madre e in gioventù ha lasciato marito e figlie per andarsene lontano, dedicarsi alla carriera, a un amante. Sfogare ambizioni e desideri inconfessabili. Spingersi oltre ogni limite. La libertà però le ha soltanto lasciato un mucchio di illusioni.

"LA FIGLIA OSCURA", LETTURA INEBRIANTE
Leda è una donna ombrosa e complessa. Vive in un mondo parallelo che la sovrasta facendole compiere azioni deplorevoli, per esempio: rubare la bambola di una ragazzina (che soffrirà enormemente a causa di ciò). “La figlia oscura” è un romanzo liquoroso e dopo la lettura resta addosso un senso di stordimento.

©micolgraziano


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