"Una settimana prima del nono compleanno
di Isobel Callaghan, sua madre disse, in un tono di vago rammarico:
Quest'anno niente regali!
Quest'anno dobbiamo essere molto parsimoniosi "
Quest'anno niente regali!
Quest'anno dobbiamo essere molto parsimoniosi "
"La lettrice testarda" (titolo originale: "I for Isobel") è il romanzo più celebre dell'australiana Amy Witting ("witting" significa consapevole ed è uno pseudonimo, il suo vero nome era Joan Fraser). Il libro, terminato nel 1979, venne pubblicato la prima volta nel 1989, la Witting arrivò al successo quando era ormai settantenne. Il romanzo, in principio, era stato rifiutato dagli editori. Sì, perché non piaceva il modo in cui la Witting raccontava il rapporto madre/figlia. La madre della protagonista è cattiva e intransigente: la bambina non può festeggiare il compleanno né ricevere regali; né può leggere: perché la madre sostiene che la lettura non si addice alle bambine. A differenza di Alice, che celebrava anche i non-compleanni, Isobel non può mai far festa, e viene umiliata in continuazione. Così cresce in lei il senso di colpa, e trova nella lettura (ma appunto, deve leggere di nascosto) l'unica via di fuga; la sola gioia autentica. Quando s'immerge nelle avventure di Sherlock Holmes di colpo spariscono tristezza e ingiustizia; queste storie le fanno dimenticare il dolore di non avere, nel giorno del suo compleanno, una bella scatola impacchettata con un fiocco splendente accanto al letto. La famiglia le vieta anche di dire in pubblico oggi è il mio compleanno, così Isobel immagina di condividere la felicità con gli alberi, e nella sua fantasia si vede con la faccia nascosta tra le pieghe della corteccia a sussurrare piano. E proprio a causa di questa mamma acida e antipatica (come nelle fiabe più inquietanti) l'opera rimase nel cassetto a lungo. Ma compito della letteratura è quello di non cedere agli stereotipi e la Witting, consapevole, è andata dritta per la sua strada. Il libro è diventato un successo e continua ad appassionare generazioni di lettori. Impossibile non provare simpatia per questa bimbetta che tanto desidera una vita normale.
©micolgraziano
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